L’esperienza qui descritta è stata effettuata all’interno della Mov.i.s. ONLUS, struttura giarrese che si occupa di fitness metabolico, rimasta chiusa per circa tre mesi a causa delle restrizioni dovute al Covid-19.
Successivamente al lockdown, il professor Carmelo Leotta (diabetologo e presidente
della struttura), mi ha contattato proponendomi di sondare il campo in merito al benessere psicologico dei propri pazienti.
Ho accolto, di buon grado, la proposta e si é convenuto di misurare eventuali risonanze psicologiche problematiche
manifestate dai pazienti che frequentavano la palestra.
L’obiettivo del presente scritto è, pertanto, quello di porre risalto, diffondendolo, al riverbero che la psicologia assume in ogni contesto. Dall’eco ottenuta, sembra proprio che sia risultato un buon lavoro!
L’idea era quella di indagare i vissuti emotivi e psicologici dei “frequentatori” della Mov.i.s. ONLUS, dopo il lockdown del Covid-19.
Il fine è stato quello di intervistare ciascuno dei partecipanti per appurare quale potesse essere il loro stato emotivo; una sorta di termometro del benessere psicologico. Ci si siamo, infatti, chiesti: “ma come sono stati? Come hanno vissuto questo periodo? Cos’hanno provato? Che strategie hanno attuato?…”
Ho somministrato un questionario creato ad hoc, intitolato “Indagine COVID-19”, che comprendeva domande inerenti la percezione del periodo di “chiusura obbligata”.
I pazienti, rientrati in palestra dopo il lockdown, hanno accolto tale proposta, ed opportunità, rendendosi disponibili e partecipi; si sono mostrati, infatti, collaborativi e interessati.
Il campione selezionato è composto per il 53,1% da donne e per il rimanente 46,9% da uomini; con un range di età variabile dai 52 agli 88 anni e una media di 71,6.
La maggior parte riferisce di non aver avuto problematiche eccessive se non la “distanza” degli affetti dei propri cari (per lo più figli e nipoti). Alcuni alla domanda “con una parola chiave descriva i mesi appena trascorsi” hanno fatto riferimento a parole quali carcere, galera, blackout, immobilità, impotenza, e stasi.
Grazie allo screening effettuato si sono ottenuti dati a dir poco preziosi, sia qualitativi sia quantitativi, che sarebbero andati persi qualora non fosse stata realizzata l’intervista.
La maggior parte riporta di aver sentito la mancanza della palestra, indicatore del fatto che la palestra é parte integrante del loro mondo.
Ogni singolo partecipante ha avuto, alla fine dell’intervista, uno “spazio” all’interno del quale poter essere ascoltato.
Ciascuno dei fruitori del progetto, alla fine dello stesso, ha ringraziato calorosamente e qualcuno si è anche commosso, esplicitando che “è bello essere ascoltati e sapere che c’è qualcuno che si interessa di come stai”.
Tale esperienza conferma la versatilità dell’approccio psicologico.
É importante capire in che modo l’aspetto psicologico possa aiutare a prevenire malattie fisiche metaboliche tramite l’attività fisica. Anche in questo caso la Psicologia può migliorare l’andamento dell’Attività Fisica Adattata (A.F.A.).
L’idea di aver effettuato tale screening potrebbe essere definita d’avanguardia e non si esclude di poter effettuare un follow-up a distanza di tempo…
Dott.ssa Antonietta Germanotta
Psicologa e psicoterapeuta sistemico relazionale
Psicotraumatologa EMDR
Tel: 329 9785779
Email: terapeuta@germanotta
Sito web: https://germanotta.info/